Elba da assaggiare

viaggio attraverso la cucina tipica dell'Isola d'Elba

cucina tipica elba

Dopo aver soggiornato per 21 mesi di Luglio all’Isola d’Elba sono felicissima di poter dare il mio contributo a chi (e un po’ vi invidio) ha la fortuna di sbarcare ora alla scoperta di questa incantevole isola. Attenzione però perché non si torna indietro, una volta respirata l’atmosfera elbana inizieranno i “NO IMPOSSIBILE A GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO DEVO ANDARE ALL’ELBA” in risposta a qualsiasi proposta estiva vi verrà fatta, e i countdown da quando tornerete a quando ripartirete. Nella mia famiglia l’anno è scandito da salita e discesa dal traghetto, giuro 😊

piatti tipici elbaMare autentico e indomabile ma accogliente, color “Acqua dell’Elba” (conoscete i famosi profumi e le ottime fragranze?), spiagge bianche, dorate, nere e rosse, tramonti strappalacrime, natura variegata e profumata, montagna avventurosa, paesi ricchi di colori e storia, ma non solo… Anche ottime scorpacciate!

Ecco quindi qualche spunto per fare il pieno di energie e buoni sapori tra una nuotata ed un’escursione, perché chi ama viaggiare sa che la cultura esce anche dalle pentole e che non si può dire di conoscere davvero un luogo se non si sono assaggiate le specialità e ascoltate le tradizioni che si nascondono dietro i piatti.

E allora, cominciamo dai tre must dell’Isola d’Elba, quelli che finché non li assaggiate non vi fanno ripartire: cacciucco, Aleatico e la schiaccia briaca. Un primo piatto di pesce, un vino e un dolce, perfetto no?

Si parte ovviamente dal primo, la mitica zuppa di pesce toscana (famosa soprattutto nella sua versione “alla livornese”) che rappresenta l’asso nella manica di molti ristoranti dell’isola: tenete presente però che dato l’assortimento di ingredienti e la lunga cottura, bisogna ordinarlo il giorno prima! Insomma, come tutte le cose migliori, si fa attendere, ma ne vale oltremodo la pena. Le antiche origini del cacciucco oscillano sui pescherecci e lo vedono nascere come zuppa composta di scarti, o meglio di pesci che restavano invenduti: nasce quindi come piatto povero, ma negli anni si è “arricchito” e oggi tra le 6/7 varietà di pesce che di norma lo compongono si possono trovare anche elementi pregiati. Non cambiano la forma e le modalità: un’anima di gustosissimo sugo di pomodoro, aglio, cipolla, prezzemolo, peperoncino e varie altre spezie/erbe messo cuocere e ricuocere a lungo, ed un corpo composto da pesci - crostacei - molluschi che il nome (probabilmente dal turco küçük cioè minutaglie, pezzetti) vorrebbe sminuzzati ma che oggi sono solo molto morbidi e mescolati tra loro. Tra questi, che variano a seconda della giornata e della stagione, spiccano di solito cozze, gamberoni, granchi, polpi, scorfani, tracine, pesci san pietro, gallinelle etc. Ma non è finita qui: sotto il sugo e il pesce si nasconde una graditissima sorpresa, ovvero un letto di fette di pane abbrustolite imbevuto di sugo e aglio che è tra le cose più soddisfacenti che io abbia mai mangiato e che mi piace, barando, andare a mangiare anche prima di aver finito i pesci. Davvero Imperdibile.

Ovviamente questo ricco piatto unico dev’essere accompagnato da un buon vino bianco: dal più secco Elba Bianco al classico Vermentino fino al più profumato Ansonica. Spazzolato il cacciucco, resta giusto un posticino per il dolce: ecco che vi consiglio di ordinare la famosa schiaccia briaca, se amate la frutta secca, i sapori speziati e vagamente alcolici.

Si tratta di un dessert teoricamente natalizio che incrocia la sua storia con quella dei pirati, una torta non lievitata composta principalmente da farina, zucchero, pinoli, uvetta, mandorle e noci oltre agli immancabili alchermes e aleatico che non solo la spruzzano di rosso ma le conferiscono anche il nome di schiaccia briaca, ovvero ubriaca. Ma è ubriaca solo lei, potete mangiare questo dolce anche a colazione senza preoccuparvi: tant’è che nei ristoranti ve la proporranno con un bicchierino di Aleatico, ed eccoci al terzo must elbano.

L'aleatico è un passito da dessert tipico esclusivamente dell’Isola d’Elba e per questo non sempre facile da trovare: ricordo annate in cui ristoranti e negozi non lo avevano, perché la stagione non era stata buona per i vigneti di Aleatico. Ha un profumo e un sapore decisamente intensi, è dolce e corposo, con un caratteristico retrogusto di frutti rossi e prugne, cannella, chiodi di garofano e altre spezie, ed avvolge perfettamente i dolci inzuppati. Normalmente mette d’accordo tutti, quindi è anche un souvenir perfetto per chi ci aspetta a casa. Concedo una variante a chi non ama gli alcolici: un altro delizioso dessert che consiglio è la mattonella ai pinoli, semifreddo a base di panna, crema e pinoli tostati dell’isola, dolcemente rassicurante. Se invece partecipate ad una festa di paese, vi imbatterete sicuramente nel corollo, classico ciambellone (anche questo da ravvivare intingendo) che sa di casa, tradizione e semplicità d’altri tempi.

 

 

cucina tipica isola d'elbaEbbene il menù principale lo abbiamo stilato, ma per par condicio aggiungiamo un’altra variante: amanti della carne non temete, all’Elba è buonissima anche quella! In particolare la mitica chianina, razza bovina tosco-umbra. Personalmente non l’ho mai consumata al ristorante (ce ne sono un paio specializzati) ma solo acquistata in macelleria e inutile dire che in 20 anni non ho ancora trovato hamburger così morbidi e saporiti da nessun altra parte. Anche il cinghiale è molto diffuso all’Elba, sia come adorabile animale grufolante che potreste incontrare lungo le strade di notte o i sentieri di montagna sia come portata. Come contorno potete ordinare il gurguglione (stufato tipico elbano di cipolla, pomodori, zucchine, melanzane e patate, un tempo sostanziale per contadini e minatori!) oppure acquistare qualche verdura dai tanti chioschetti che troverete lungo la strada: frutta e verdura dei posti di mare, si sa, hanno una marcia in più, e quando friggerete le patate dell’Elba capirete di cosa parlo. Asciutte, saporitissime, vi avverto che le rimpiangerete tutto l’anno. E le cipolle? Alcuni anni abbiamo viaggiato con le valigie in braccio, pur di caricarne decine di kg nel bagagliaio e portarle in città. Anche melanzane, zucchine, pesche e fichi degni di lode.
Ma dove mangiare queste prelibatezze? Posso elencarvi i miei paesi e location preferiti, ovvero la magica Marciana, un vero e proprio presepe antico, totalmente in pietra, che di notte vi lascerà senza parole (dopo cena potete scendere a Marciana Marina per un ottimo gelato, spuntino di mezzanotte o cocktail sul lungomare); l’altrettanto inerpicato e signorile Poggio; il piccolo e montanaro San Pietro; la spettacolare e arzigogolata Capoliveri, piena di localini colorati di grande qualità dislocati su scalinate di pietra da set teatrale (attenzione però: tutti i migliori locali aprono solo a cena!); l’adorata Costa del Sole (da Cavoli a Marciana) con i suoi ristoranti verandati che guardano il tramonto; l’affascinante e storica Portoferraio vecchia. Porto Azzurro l'elegante salotto dell'Isola d'Elba ricco di negozietti e ristoranti, e la piccola rio con le sue passeggiate lungomare di Rio Marina e della piccola Cavo. Ovviamente non mancano lungo tutte le strade ottimi forni in cui rifornirsi prima di affrontare una lunga giornata di bagni, sole e avventure, e consiglierei di abbinare a pane (nb: quello locale non è salato!) e focaccia il saporitissimo prosciutto toscano, riconoscibile dal pepe che lo incornicia, o la tipica finocchiona. Lo so, servirebbero otto pasti al giorno per assaggiare tutto: ecco perché sono ancora qui, dopo tanti anni 😊

 

Si ringrazia Emma Munarini che potete trovare su Instagram con il suo account dedicato alla cucina tuttigusti_piu1

 

 

 

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